La bellezza degli ulivi del Salento

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Quando si pensa al Salento, si ammira il suo splendido paesaggio e il mare spettacolare. Vi è però anche, una secolare presenza che popola le campagne e ne domina il paesaggio. Rappresentata anche negli stemmi araldici di molti comuni Salentini: gli ulivi!

La Puglia è infatti la regione degli ulivi, con circa quaranta milioni di piante di cui circa un terzo sono secolari, tanto da essere considerati come “patrimonio dell’umanità” dall’Unesco.

Le popolazioni hanno da sempre curato la coltivazione, tramandando la tradizione da padre in figlio nel corso dei secoli. La loro introduzione nel sud Italia risale al periodo dei Fenici, mentre poi successivamente i Greci ne incrementarono la coltivazione favorita da un habitat naturale ideale.

Ulivo storia e leggenda

Nel mediterraneo l’ulivo è considerato fin dai tempi antichissimi un albero sacro. La leggenda narra che fu la dea Atena ad far nascere la pianta di Ulivo. Colpì la roccia con la sua lancia dove nacque dalla terra un albero bellissimo. Esso offriva nutrimento, cura e benessere a tutti coloro che lo avessero coltivato.

In quel punto sorse l’acropoli di Atene e l’uliveto sacro dove Platone avrebbe insegnato ai suoi studenti, 2400 anni fa. I riferimenti all’ulivo nella mitologia greca sono innumerevoli e legati alla sua origine mesopotamica come pianta simbolo delle prime civiltà agricole. Questo perché la sua coltivazione richiede che sia messo a dimora, coltivato, potato, innestato e i suoi frutti raccolti e lavorati.

Sempre secondo la mitologia fù Aristeo che aiutò a sviluppare le popolazioni rurali di tutto il mediterraneo insegnando la coltura dell’ulivo insieme a pastorizia ed apicoltura. Grazie ai testi sacri, prima dai Romani e poi dai Cristiani, fu possibile mantenere l’importanza e la sua simbologia. Dove la colomba che porta il ramoscello d’ulivo è simbolo di pace e nella domenica delle palme l’ulivo è segno di festa.

La coltivazione dell’ulivo nel Salento

Gli ordini religiosi nelle comunità monastiche greco-bizantine, proseguirono la coltivazione dell’ulivo in Puglia. Questo accadde con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e le successive invasioni barbariche.

Quantitativi limitati di olive venivano raccolte per uso familiare da olivi secolari ancora abbondantemente presenti nel territorio. A ridare nuovo impulso alla coltivazione, che si sviluppò soprattutto nel Salento, fu la fine delle invasioni barbariche e l’incremento demografico verificatosi dopo l’anno mille.

Nuove aree coltivate e nuovi insediamenti rurali si svilupparono per favorire la produzione ed il commercio dell’olio dando vita alle vaste masserie oggi adibite ad agriturismi e residence.
Nel rinascimento l’olio veniva esportato dalle Repubbliche Marinare in tutti i porti del mediterraneo. Gallipoli infatti, è stato il centro di produzione mondiale di olio per tanti anni.

Oggi, la Puglia mantiene il primato di terra olivicola di eccellenza! Nonostante il problema della xylella, batterio proveniente dai paesi esotici che attacca le piante secolari attraverso un insetto e le riduce ad un ammasso legnoso senza vita. Attualmente, questa fitopatia viene contrastata con misure di contenimento che hanno notevolmente rallentato la sua espansione. Esiste una selezione di varietà resistenti e nuovi prodotti fitosanitari in grado di contrastare efficacemente gli insetti vettori del batterio.

I secolari ulivi del Salento sono il simbolo di un territorio unico al mondo che hanno attraversato secoli di storia. Sicuramente lo saranno anche nei secoli a venire rimanendo maestosa testimonianza di civiltà, cultura e tradizione.

 

La struttura

Il Residence Orsa Minore offre sistemazioni a Gallipoli per ogni tipo di esigenza: appartamenti, villette indipendenti, monolocali, bilocali.

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