Se pensate al Salento e a Gallipoli, probabilmente vi vengono in mente le vacanze estive, il caldo e il mare. Ma Gallipoli non è solo questo: oltre alle sue indubbie particolarità paesaggistiche, tra cui il Parco Naturale Regionale dell’Isola di S. Andrea e il litorale di Punta Pizzo e monumentali come il Castello angioino, con la sua torre del Rivellino, offre molteplici tradizioni natalizie che attirano sempre numerosi visitatori. Quest’anno, a causa della pandemia, molti eventi non saranno in programma. Ma vediamo insieme come si festeggia il Natale a Gallipoli.
Durante il periodo natalizio, le vie strette e tortuose del borgo antico di Gallipoli sono rese ancora più suggestive da illuminazione a tema e da addobbi di ogni tipo; dalle finestre inoltre, si scorge facilmente un gran numero di presepi artistici allestiti nelle case del centro. Accompagna i preparativi e consacra il Natale gallipolino la Pastorale che è una melodia composta da un autore ignoto del luogo, caratterizzata da alternanza di momenti più pacati ad altri maggiormente ritmati e particolarmente coinvolgenti: ogni anno, per la prima volta durante la festa di Santa Teresa (15 di ottobre), la Pastorale viene suonata per le vie del centro da musicisti che creano l’atmosfera con violini, mandolini, chitarre e fisarmoniche. Fin dal ‘700, i pescatori di Gallipoli durante la festività suonavano una nenia (divenuta poi la Pastorale) in onore della Santa; le suore del monastero di Santa Teresa, per sdebitarsi, offrivano loro frittelle addolcite con zucchero. Così le tradizioni arrivano ai nostri giorni, che vogliono la Pastorale come apertura della lunga Vigilia di Natale gallipolina e a tavola le pittule. Durante il periodo natalizio all’impasto si era soliti aggiungere baccalà lesso. Potete assaggiarle in molteplici varianti più “moderne” per esempio con una farcitura di pomodori, capperi e origano, di olive oppure di pesce.
Da non perdere anche la tradizionale visita ai presepi e ai Mercatini di Natale. Le chiese del borgo antico come la Chiesa dei Santi Medici, la Chiesa della Purità e la Chiesa di San Francesco d’Assisi ospitano presepi artistici di rara e particolare bellezza; inoltre, nelle vie della città vecchia viene allestito un presepe vivente che con le sue luci e i suoi profumi riporta la mente ai tempi antichi. Numerosi espositori animano invece i Mercatini di Natale proponendo pupi tradizionali creati in cartapesta o realizzati in maniera più originale con materiali come gesso e terracotta.
A queste tradizioni più antiche si accostano proposte più recenti. Il rituale bagno d’autunno viene svolto il giorno di Santa Teresa e i bagnanti, tempo permettendo, si ritrovano a mezzogiorno sulla spiaggia della Purità. In seguito, la degustazione di pittule accompagnate da un buon bicchiere di vino “scalda” i partecipanti. Sempre a dimostrazione di quanto questa festività sia sentita in Salento, alcuni anni fa è nato un negozio, aperto tutto l’anno, di soli articoli legati al Natale.
A Gallipoli c’è anche un rito particolare che si celebra a mezzanotte del 31 dicembre di ogni anno: lo sparo del “pupo”, un fantoccio, riempito di botti, che viene letteralmente incendiato allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno. Questi manufatti in cartapesta, che per tradizione sono bruciati il 31 dicembre con una fragorosa accensione pirotecnica, rappresentano simbolicamente l’anno vecchio che se ne va con tutti i malesseri e le sue cattiverie, ma soprattutto mandano un saluto benevolo al nuovo anno.
Una volta di questi “pupi”, lavorati con la cartapesta e dipinti con maestria, di diversa fattura e grandezza, se ne vedevano a decine, sparsi in ogni angolo della città.